La valutazione funzionale: che cos’è.

La valutazione funzionale è il processo di ragionamento e della raccolta dati del fisioterapista, imprescindibile prima di qualsiasi intervento terapeutico. Si compone di una prima parte chiamata anamnesi e di una seconda chiamata esame obiettivo. Per alcuni aspetti si sovrappone e completa la visita specialistica, aggiungendo informazioni importanti per la stesura del programma riabilitativo. E’ la base del ragionamento clinico del fisioterapista e ne è la sua massima espressione intellettuale. A seconda del background culturale del fisioterapista e al problema del paziente può analizzare più aspetti rispetto ad altri, ove la semplicità di alcuni quadri clinici può richiedere pochi minuti in altri casi può sostituire la prima seduta di trattamento. E’ spesso occasione per sfatare miti o chiarire nozioni apprese tramite web, per eliminare paure e ansie legate alla propria patologia, e per capire quale sarà il percorso di cura da intraprendere insieme.

Quando si fa?

La valutazione è la prima parte della seduta fisioterapica, si svolge nell’arco di una intera seduta o (solitamente quando si conosce bene il paziente) in un breve scambio dialettico pre-trattamento. Quando la situazione clinica o medico legale lo richiede la valutazione può anche essere fatta a fine trattamento per valutare l’efficacia del trattamento e lo stato di guarigione del paziente

Che cosa valuta?

Libri di testo fanno fatica a spiegarci tutto ciò che si deve considerare durante una valutazione, argomento vastissimo e variegato. Ogni tecnica e approccio riabilitativo prende in considerazione diversi parametri e di conseguenza saranno diverse le procedure di valutazione. Che se ne dica, l’arte (o professione) riabilitativa si veste del fisioterapista e si colora del paziente creando un abito unico su misura di ogni caso, cambiando continuamente anche solo a seconda del contesto o della fase di guarigione. Si valuta la persona nella sua interezza, il suo passato, le sue paure e le sue convinzioni, la lunghezza del quadricipite e la forza del bicipite, la funzionalità del suo nervo mediano e la capacità di mantenere l’equilibrio…

Il quadro completo

I puzzle più semplici si ricomporranno con i pezzi della valutazione ove invece quelli con più pezzi avranno bisogno di approfondimento medico, sottoforma di visita, esame radiografico e, anche meglio, di un equipe a servizio della persona. Non confondete però diagnosi medica da valutazione funzionale, è come voler togliere l’arte a un falegname che deve creare una cucina su un progetto di un architetto. Ognuno ha la sua parte, ognuno ha le sue competenze scientifiche e l’unica cosa che conta è il linguaggio, che dev’essere comune, e il messaggio, che ogni volta possibile, deve arrivare al paziente stesso.

Cosa dice la legge

Nonostante si affidi alla professione del fisioterapista (praticamente in tutta Italia con poce eccezioni regionali) la cura della persona come figura clinica di primo livello (ovvero il paziente può iniziare il suo percorso di cura proprio dallo studio di un fisioterapista), alcune istituzioni non accettano ancora le nostre valutazioni come documenti di valore legale. La diagnosi rimane ancora imprescindibile per assicurazioni, per percorsi terapeutici tramite servizio sanitario nazionale/regionale, per controversie legali. Rimane la speranza che il grande lavoro e la professione medica possa essere integrata ancora di più a 360° con quella fisioterapica e riabilitativa, ad maiora!

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