Cervicalgia: non sempre è necessario “sbloccare”

Quante volte avete sentito la necessità di sbloccare il collo. Quelle mattine in cui vorreste staccarvi la testa e lasciarla lì sul comodino, accanto alla sveglia? Claudia è un impiegata di 33 anni ed è venuta da me proprio per questo. Le sue esigenze di lavoro e la sua storia ci hanno fatto optare per una seduta settimanale di terapia del movimento, che in due incontri ha fatto letterlamente scomparire i sintomi. Claudia continua ha inserito gli esercizi nella sua routine in palestra, e non ha più mal di collo.

Un problema presente da qualche mese

La cervicalgia di Claudia era presente da ca. 3 mesi. Non ricordava bene l’esordio. Forse un movimento improvviso, o forse un piccolo trasloco di un’amica. Sta di fatto che ora il dolore c’è. Claudia prima di arrivare al mio studio si era già rivolta a un altro. “C’è uno che fa dei massaggi favolosi” le aveva detto la sua collega, convinta che fosse quella la soluzione. Claudia ci era andata in tutto 4 volte, con beneficio. Il problema? Che era un beneficio molto temporaneo, bastava una giornata di lavoro a far tornare i sintomi. Sconsolata Claudia è catturata dalla fama terapeutica del pilates. Fama giustificata dall’effetto che a volte riesce ad avere in questi casi. Il problema è che il pilates classico non è eseguito da personale sanitario in grado di capire se ci sono le condizioni per farlo, oltre ad utilizzare carichi spesso non compatibili con problemi muscoloscheltrici.

Terapia del movimento: perché questa scelta per Claudia

Ho valutato Claudia come di consueto raccogliendo la storia che vi ho appena raccontato. In tutto ciò va aggiunto che dai primi sintomi di cervicalgia Claudia aveva interrotto gli esercizi in palestra per le braccia e le spalle. Scelta quanto meno imprudente, ma dettata da una logica (sbagliata): ho male, non muovo. Precisiamo, ci sono casi dove un’interruzione dell’attività sportiva è adeguata, ma quando questa è prolungata ingiustificatamente si rischia di peggiorare ulteriormente i sintomi. Il collo di Claudia era bloccato solo in alcune posizioni. Riportando nella corretta posizione le spalle, continuamente sollecitate durante la giornata lavorativa di Claudia, il movimento cervicale era completo e indolore. La valutazione ci aveva quindi già fatto vedere la strada da percorrere. Degli esercizi per la ripresa della propriocezione delle scapole e del loro riposizionamento erano la soluzione ideale.

Vista la forte motivazione di Claudia è stato possibile insegnarle gli esercizi in una prima seduta. Dopo una settimana dove Claudia ha eseguito con costanza quanto appreso ho potuto subito incrementare i carichi e la difficoltà. Con questa seconda batteria di esercizi ho lasciato Claudia altre due settimane a lavorare in palestra. Un sms mi ha poi confermato che andava tutto bene, e Claudia era completamente autonoma nel gestire la sua cervicale, perfetto no?

Cervicalgia risolta in due sedute? Le chiavi del successo

Purtroppo non tutti i casi si risolvono in due sedute. Allo stesso tempo c’è qualcosa che ha avuto Claudia (su cui possiamo lavorate tutti) e le ha permesso un recupero in tempi lampo: la motivazione. La presenza della cervicalgia da 3 mesi, senza alcun precedente dolore, faceva sì che fossimo di fronte una situazione poco cronicizzata. Inoltre Claudia nonostante avesse interrotto gli esercizi per gli arti superiori continuava ad andare in palestra, mantenendo attivo il suo metabolismo.

 

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