La distorsione, un evento imprevisto

Uno dei traumi più frequenti durante lo sport: “La distorsione è una perdita temporanea dei rapporti articolari tra due o più capi ossei.” Detto così sembra un po’ troppo semplificato, ma non sbagliato. Quanti di voi hanno subito questo tipo di trauma nel corso della vita? Quanti di questi hanno però capito a cosa sono andati incontro? Perchè è così importante riabilitare una distorsione? Queste sono alcune delle domande a cui risponderemo in questo articolo.

Le articolazioni

Ogni articolazione è formata da tre parti.

  • Una ossea e cartilaginea, che dà struttura alla stessa, e sulla forma della quale si genera il movimento.
  • Una legamentosa e capsulare, che ne limita il movimento solo su alcuni piani e la protegge.
  • Una muscolare che guida il movimento, attivamente oppure inconsciamente (per es. postura).

Ogni parte è strettamente collegata alle altre, e una distorsione ne coinvolge due o, più sfortunatamente, tutte tre.

La componente ossea serve come struttura portante ed è ad essa che vi si attaccano le strutture legamentose, capuslari e muscolari. Le zone di ancoraggio dove si inseriscono queste strutture sono solitamente quelle che vengono danneggiate nella distorsione, a volte a pagare è l’osso, a volte il legamento, a volte il tendine.

Esiste un sistema di programmazione del movimento al livello centrale, ed è quello che ci permette di muoverla o di tenerla ferma in una determinata posizione, a seconda del contesto in cui ci troviamo. Il sistema è formato dal cervello e dai “cavi” che portano le informazioni verso l’articolazione, i nervi.

L’evento distorsivo

Quando alla nostra articolazione viene richiesto un movimento:

  • troppo veloce da essere fermato in tempo dai muscoli
  • troppo intenso per essere sopportato dalle strutture passive

Le superfici ossee perdono temporaneamente contatto tra di loro, e in quel momento le strutture molli possono allungarsi oltre il loro limite, lesionandosi parzialmente o, nella peggiore delle ipotesi, rompersi completamente.

Fattori come, scarso allenamento e stanchezza possono facilitare l’evento distorsivo. Lo scarso allenamento indebolisce la struttura del tendine e del legamento/capsula (meno fibre collagene, più sostanza amorfa), rallenta la conduzione del messaggio nervoso (un nervo allenato è “più veloce”), diminuisce la prontezza di risposta muscolare e la forza muscolare. La stanchezza peggiora la componente di risposta muscolare.

Le immediate conseguenze

L’articolazione si può gonfiare dopo pochi minuti (possibile sanguinamento interno) oppure il giorno dopo (solitamente in questo caso sarà liquido infiammatorio), può fare male usarla o anche lasciarla ferma. In ogni caso è bene interrompere l’attività che si stava svolgendo, tenere l’articolazione sollevata, metterla se possibile sotto acqua fredda (meglio del ghiaccio, che può essere “aggressivo”) e bendarla con una leggera compressione. Il parere del medico è fondamentale, e contattarlo è senz’altro la cosa migliore da fare.

La riabilitazione: i primi giorni

A seconda della gravità della distorsione si deciderà se bendare l’articolazione fermamente, utlizzare un sostegno per qualche giorno (stampelle), astenersi dall’attività fisica. Il programma di recupero può già partire dopo le prime 72 ore con mobilizzazioni e massaggi drenanti, a cura del fisioterapista, oltre a eventuali esercizi di mantenimento del tono muscolare.

Il recupero completo

La riabilitazione proseguirà a seconda della risposta al trattamento con esercizi di tipo attivo, che coinvolgeranno sempre di più l’articolazione colpita. Si andrà sempre di più verso l’attività che vogliamo riprendere (corsa, salto, lancio, spinte) fino all’accompagnamento a un eventuale recupero in palestra.

L’esercizio propriocettivo

Un capitolo a parte va dedicato a questo tipo di esercizio, spesos fatto con una tavoletta. L’esercizio propriocettivo va a stimolare i recettori nervosi e il loro lavoro d’insieme con i propulsori nervosi. E’ come se dopo un incidente su una strada dopo aver rimosso i rottami, procedessimo alla riasfaltatutra della stessa, per garantire nuova velocità e scorrimento. Questo insieme al recupero della forza muscolare e della struttura passiva data da osse e legamenti completa il percorso di recupero.

L’intervento chirurgico

Quando la distorsione coinvolge dei legamenti/tendini o delle ossa può essere necessario l’intervento del medico ortopedico. Solitamente l’intervento è necessario per mantenere i due capi della struttura rotta “vicini”. La vicinanza permette che si possa ricostruire un ponte e si ritrovi la continuità e la funzione del tessuto.

Tempi di recupero

Una distorsione con danno significativo o comunque segni di infiammazione va trattata con cura e non sottovalutata, sperando guarisca “da sola” (se vuoi, leggi la storia di Anna). Il rientro dall’infortunio non è quasi mai prima di 4 settimane. 28 giorni sono necessari per permettere ai tessuti danneggiati di ripararsi e ritornare pronti a essere nuovamente stressati.

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