Miti sulla fisioterapia: è tutto vero quello che dicono? 5 fatti!
Vi siete mai chiesti se la fisioterapia è così dolorosa come dicono?
Se i nervi si accavallano?
Dopo 10 anni di lavoro sul campo vi posso assicurare che ne ho sentite delle belle, oggi ne vedremo un po’, cercando di capire se sono vere o false!
1) I nervi si accavallano…
La più famosa, la più leggendaria, la più sentita nelle sale d’aspetto di ambulatori e centri medici. Davvero i nervi si possono accavallare?
I nervi sono cordoni, l’oggetto che somiglia loro di più sono i cavi elettrici, hanno un anima centrale (delicata) protetta da una guaina spessa e resistente. Non si possono quindi aggrovigliare come le cuffie del vostro lettore mp3, inoltre sono sempre in leggera tensione, impedendo loro di intrecciarsi a se stessi.
E quando abbiamo quella sensazione di cordone indurito nella schiena cosa si è irrigidito?
Spesso in questi casi abbiamo a che fare con delle contratture muscolari, siamo quindi lontani da nervi e guaine. In questi casi le fibre muscolari si induriscono dando la sensazione di fili che si intrecciano, quando in realtà non si aggroviglia nulla.
Con buona pace della maggioranza possiamo dire che…
NO, i nervi non si accavallano 🙂
2) La fisioterapia è dolorosa
No pain no gain?
Niente di più sbagliato, o meglio, sarebbe più corretto dire che ogni tanto il dolore si può sentire, senza che ciò comporti un danno o un pericolo assoluto per il nostro corpo.
La fisioterapia è tanto altro oltre il dolore.
Esercizi, mobilizzazioni, massaggio, stretching sono solo alcune delle attività del fisioterapista che non provocano dolore.
Inoltre non provare dolore non significa che non si stia lavorando abbastanza, anzi. In ogni caso si seguono obiettivi diversi personalizzati, i quali metro di giudizio saranno la forza, il range di movimento, la coordinazione.
La risposta quindi alle vostre paure pre seduta di fisioterapia è che…
la fisioterapia può essere dolorosa ma se non lo è non vuol dire che non sia efficace!
3) Il fisioterapista fa i massaggi
Ogni giorno il fisioterapista si sveglia e sa che dovrà rispondere a questa domanda, solitamente fatta dall’amico dell’amico: “Fai i massaggi?“
La domanda presenta anche le seguenti varianti:
“Fai anche i massaggi?”
“Perché fai i massaggi come i centri estetici ma costi molto di più?”
Il massaggio è parte integrante del curriculum del fisioterapista (o core competence, se siete anglofili), quindi sì, facciamo i massaggi.
La differenza principale rispetto alla bella e brava massaggiatrice delle terme è che il nostro massaggio ha uno scopo terapeutico e, soprattutto, sappiamo quando è il caso di farlo e quando invece farebbe solo danni!
Non siamo quindi più bravi a farvi rilassare o portarvi in dimensioni oniriche ma a curarvi tramite il massaggio.
Non tutti i casi però possono essere risolti con il massaggio, magari avete bisogno di esercizio attivo, oppure magari dovete solo stare un po’ a riposo.
Insomma, domani, vi faranno la domanda e voi saprete rispondere:
sì, il fisioterapia fa i massaggi, ma tu ne hai realmente bisogno?
4) Ho subito un trauma da poco forse è meglio non fare fisioterapia?
Siamo stati abituati a considerare il riposo come soluzione di prima necessità per affrontare un trauma: vero.
C’è una tendenza però ormai abbastanza radicata nel cercare di ridurre questo tempo il più possibile per evitare tutta una serie di complicazioni conseguenti al riposo stesso.
I tempi di riposo consigliati ad oggi variano dalle 20 ore per una leggera distorsione o una lesione muscolare ai 30 giorni per una frattura grave non operata.
Diventa quindi essenziale quantificare l’entità del trauma per valutare correttamente l’inizio del percorso riabilitativo.
E’ bene ricordare che iniziare precocemente la fisioterapia accelera il tempo di recupero e riduce il numero di sedute necessarie a risolvere il problema!
Quindi quel poco della domanda iniziale è necessario quantificarlo, non potete essere voi a farlo!
5) La fattura del fisioterapista è detraibile dal 730?
Cambiamo campo di gioco ed entriamo negli aspetti meno clinici.
Nonostante una circolare dell’agenzia delle entrate 19/E del 1 giugno 2012 abbia chiarito la questione senza lasciare nessuna interpretazione e ambiguità, i CAF e i commercialisti hanno ancora l’abitudine di chiedere la prescrizione medica per ammettere la fattura del fisioterapista nelle spese mediche detrabili, bugia.
E’ sufficiente che sulla fattura del professionista ci sia indicato che è fisioterapista e il tipo di prestazione che ha eseguito.
Vi ricordo che la fattura del fisioterapista in quanto professionista sanitario è esente dall’IVA e sulla stessa si paga un’imposta di bollo fissa di 2 euro per gli importi superiori a 77,47 euro.
L’unica differenza è che se eseguite la seduta di fisioterapia in un centro troverete la stessa prestazione già nel 730 precompilato, se andate nello studio del professionista dovrete aggiungere voi la prestazione alla dichiarazione.
Buongiorno dottore: intanto complimenti per questa finestra sul web, che offre uno spaccato interessante del suo lavoro.
Sono entrato nel mondo della fisioterapia come paziente, a causa di una rottura del tendine del quadricipide. Il percorso è stato quello che può immaginare: intervento chirurgico per la riparazione del tendine, arto bloccato per 40 giorni e finalmente (a partire da dicembre) riabilitazione. Mi porto questa esperienza addosso come una seconda pelle (il processo di guarigione non si è ancora concluso, anche se ormai riesco a camminare, scendere le scale e persino a correre – senza esagerare -). Ciò che mi ha lasciato senza fiato è il dolore indotto dalle manipolazioni del riabilitatore – che pure è un ragazzo preparato e capace – . Possibile che un atto curativo debba essere così doloroso? Non parliamo di soglia di sopportazione: per sbloccare l’articolazione ogni giorno siamo andati fuori da ogni possibile immaginazione, dolori lancinanti, atroci, pari forse (se posso permettermi, visto che è un uomo) alla compressione dei testicoli protratta per 30 secondi alla volta, per più cicli di esercizi, per 4- 5 mesi. Provocare una sofferenza così deve essere straziante anche per l’operatore. Anche altri pazienti – seguiti in altri centri – mi hanno descritto esperienze simili: qualcuno addirittura mi ha raccontato che sveniva durante le sedute. Se fossi un fisioterapista dedicherei anni di studio su metodologie ed elettromedicali che possano evitare all’infortunato tutto questo. Sono fuori strada? E’ proprio inevitabile infliggere una sofferenza così forte per consentire il recupero del movimento? Lo chiedo a lei perchè, da quello che vedo su questo sito, Lei sicuramente ha una marcia in più.
Angelo, grazie mille per il commento. I suoi apprezzamenti sono preziosi e sono l’energia per continuare a trovare tempo per scrivere questi articoli.
Veniamo alla sua esperienza. Il tendine quadricipitale è una struttura grossa e a suo modo complessa. Inoltre sostiene un carico enorme, il quadricipite riesce a produrre una enorme forza e quindi il suo recupero completo è lungo e difficoltoso. Però, il dolore no, non è necessario. Non lo è mai, perlomeno a certi livelli, vissuto con angoscia. Personalmente durante la laurea mi è capitato spesso di avere a che fare con situazioni ove i miei tutor eseguivano trattamenti come quelli che lei ha subito e così i suoi conoscenti. Li ho sempre visti con diffidenza, e gli studi e la pratica successiva alla laurea mi hanno allontanato ancora di più da quel tipo di approccio.
Oltre alla diversa tolleranza al dolore, che inevitabilmente condiziona la scelta delle tecniche e la loro intensità, la seduta di fisioterapia non può essere percepita come una tortura, non lo deve mai. Piuttosto di allungano i tempi, si trovano vie traverse (anche con gli elettromedicali, come ha detto bene lei), si coinvolge il medico anestesista.
Mi trovo quindi a non voler condannare nessun collega che usa questi approcci, ma a restarne al di fuori, preferendo approcci a volte anche dolorosi, ma assolutamente ben tollerati dal paziente.
Buonasera..le.avevo già scritto in precedenza x una cervicalgia con vertigini..dopo terapia con muscoril e bentelan le vertigini erano passate e avevo iniziato ciclo di magnato ultrasuoni e massaggi..sembrava andasse meglio..ultima seduta fisioterapista effettua trazioni articolari e decide di farmi agopuntura..il giorno dopo mi sono svegliata malissimo..avevo dolori su tutto il collo e spalle e cefalea..decido di vedere il mio medico che mi prescrive ciclo di Voltaren e muscoril e risonanza rachide cervicale il cui risultato rivela “discreti fenomeni spondilosici a carico dei metameri c5-c6 con alterazione dei piatti somatici presentandosi costantemente ipointensi per sofferrnza cartilaginea; il disco i tersomatico c5-c6 si presenta ipointenso ridotto in altezza per fenomeni disidatativi su base disco-artrosica,allo stesso livello si apprezza protrusione erniaria discale in posizione mediana improntante il nastro midollare”. Avevo anche ripreso a lavorare ma vista la postura che devo tenere x stirare i dolori non migliorano!! Non so più cosa fare..grazie x la sua attenzione
Salve Maria, evidentemente la fisioterapia che le è stata fatta è stata “incompleta”; dovrebbe integrare con degli esercizi per rinforzare il collo e le spalle, a maggior ragione se stira per lavoro…
Stia bene