Seduta di fisioterapia: tutto quello che volete sapere

La seduta di fisioterapia è l’incontro tra professionista è paziente. A seconda di cosa si deve fare e a che punto del trattamento si è bisogna prepararsi ad essa in maniera diversa.

Quanto dura una seduta?

La seduta di fisioterapia ha una durata variabile. Vige spesso la regola che più la seduta dura più debba essere pagata o comunque sia più di valore, nulla di più sbagliato. Il tempo della seduta deve essere adeguato a far sì che il terapista possa scegliere il miglior trattamento per il paziente ed eseguire tutte le manovre. Non si tratta mai di riempire un blocco di tempo. Finire sempre una seduta di fisioterapia al termine del tempo prestabilito non indica quindi più attenzione, un bravo terapista è capace di eseguire le stesse tecniche in meno tempo, eliminando quelle superflue.

Durata media

Per dare una indicazione più precisa è bene far riferimento ad alcune patologie più comuni. Va sempre fatta eccezione per la prima seduta, che necessita quasi sempre della valutazione.

  • Fratture semplici di polso, dita, mano, gomito: 20 minuti
  • Disturbi semplici (una sola articolazione, anche post intervento) 25 minuti
  • Disturbi complessi (più di una articolazione) o della colonna 30 minuti
  • Problemi neurologici (ictus, malattie sistemiche) 40-45 minuti
  • Tecarterapia 20-25 minuti

Questi tempi fanno riferimento alla seduta, con le dovute eccezioni. Sembra sciocco farlo notare, ma a seconda di come è vestito il paziente e come si sveste si possono aggiungere anche 10 minuti al tempo della seduta. In questo senso solo in alcuni casi è possibile recuperare eventuali ritardi altrimenti il terapista sceglierà le tecniche più efficaci tra quelle previste.

Seduta di fisioterapia: i costi

Fatta chiarezza sulla durata è bene capire quindi su cosa si basano i costi. Quando si va da un professionista si paga la sua professionalità e il suo tempo. Una dovuta proporzione è normale e ogni professionista ripartisce i costi fra i due fattori, con libera scelta. Una maggiore complessità del trattamento necessita più sforzi mentali e da qui un maggior costo ma non necessariamente una maggiore durata. I costi variano come già scritto per la tecar a seconda di diversi paramentri (luogo dello studio, costo delle attrezzature, luce riscaldamento ecc…).

Fisioterapia a Milano

Nel capoluogo lombardo una seduta privata di fisioterapia può costare dai 25 ai 100 euro. Nel primo caso parliamo di eventuali pacchetti di più sedute per chi ha bisogno di trattamenti protratti nel tempo. Nell’ultimo caso stiamo parlando di professionisti molto affermati e richiesti che hanno alzato il loro costo sulla base di una grande esperienza e un grande sbilanciamento fra domanda e offerta. Prezzi più bassi potrebbero nascondere una minore professionalità o peggio, una mancata qualifica professionale.

Prima seduta di fisioterapia

La prima seduta di fisioterapia è quella dove il terapista conosce il paziente, lo valuta e può impostare un trattamento iniziale. E’ importante portare sempre tutta la documentazione e vestirsi in maniera adeguata.

Documentazione

Tagliamo la testa al toro. Se non volete fare un lavoro di selezione potete portare tutto ciò che avete a casa al fisioterapista, sarà lui a fare selezione. Di fatto se sono stati fatti più ricoveri per uno stesso problema è probabile che nell’ultimo ci sia un riassunto completo della vostra storia clinica. Per il problema per il quale andate dal fisioterapista è bene portare tutto, anche gli esami strumentali. Il fisioterapista non può per legge fare diagnosi su una radiografia ma è in grado di verificare se c’è qualche grossa incongruenza tra il referto e l’immagine. Mentre siete in attesa della visita, fate mente locale. Eventuali traumi passati, anche se sono passati 40 anni possono dare indicazioni per il trattamento.

 Come mi vesto?

Senza specificare che un’igiene adeguata è più che ben accetta e vale per tutte le parti del corpo, l’abbigliamento cambia a seconda di quello che si deve fare. Il fisioterapista è un professionista sanitario e ha il diritto di chiedervi di spogliarvi come il dovere di spiegare come mai vuole farvi togliere i jeans per un problema al polso. E’ ovviamente facoltà del paziente rifiutarsi ma anche del terapista di rifiutare di trattarvi se lo ritiene opportuno. Alcune indicazioni di massima:

  • per l’arto inferiore (piede caviglia gamba ginocchio femore anca) è bene portarsi un paio di pantaloncini, salvo che non preferiate e vi sentiate a vostro agio a restare in intimo; in caso di lavoro attivo in piedi è facolta del terapista decidere se farvi stare scalzi o con le scarpe (raramente con le calze);
  • per il bacino e la barte bassa della schiena valgono le stesse regole dell’arto inferiore. Sono due parti del corpo molto collegate alle gambe e il terapista deve aver la libertà di muoverle liberamente per verificare che eventuali tensioni non si scarichino in alto; ovviamente la parte deve essere scoperta e nella maggioranza dei casi è buona cosa scoprire anche il busto;
  • per il torace il collo e le spalle è bene restare a petto nudo o in regiseno; in caso di trattamento di linfodrenaggio o di massaggio sul dorso è bene anche togliere l’intimo;
  • per il gomito e polso nella maggior parte dei casi è sufficiente una maglietta a maniche corte o una canottiera;

E’ ovviamente facoltà del paziente di chiedere una deroga al fisioterapista a queste indicazioni, che sono le condizioni migliore ma non obbligatorie per fare un buon trattamento. Non fa male ripetere che il terapista è dovuto a spiegare come mai vi chiede di togliere un indumento.

L’intervista (anamnesi)

Il fisioterapista è tenuto a indagare su tutto ciò che ritiene attinente alla vostra salute e al problema per il quale vi presentate. Va da sé che il tempo necessario a indagare la storia di un adolescente di 14 anni che è sempre stato bene e si è fatto una distorsione è diverso da quella di un malato di sclerosi multipla che ha avuto un ictus. Non si tratta mai di voler prendere tempo ma di guadagnarne, in quanto si perde più tempo a usare una tecnica sbagliata che a fare due domande in più.

L’esame fisico

Il terapista mentre vi fa domande nella sua testa prepara tutta una serie di valutazioni che prevederanno la vostra collaborazione. Potrebbe chiedere di farvi vedere dei movimenti, stare in determinate posture, in ogni caso sempre chiedendovi sensazioni e dolori. Passerà poi alla parte passiva dove muoverà le vostre articolazioni, tasterà la consistenza dei tessuti, trazionerà, comprimerà. Il tutto sarà sempre lento e preceduto da un’evetuale spiegazione. Ogni manovra sarà sempre interrompibile in qualsiasi momento.

Il trattamento

Se rimane del tempo utile il fisioterapista può decidere di iniziare subito il trattamento, solitamente scegliendo quello che in poche manovre può essere l’intervento più efficace. Il trattamento consiste delle stesse manovre usate in valutazione, modificate di volta in volta a seconda dei vostri progressi.

Le sedute successive

Al termine della prima seduta se opportuno il terapista programmerà con voi una o più sedute a cadenza variabile. Solitamente non si fa mai più di una seduta al giorno. Per convenzione il sabato e la domenica i fisioterapisti non lavorano ma potreste trovare delle eccezioni sul vostro territorio o durante il periodo estivo. Se eventualmente il terapista ha già risolto il problema in prima seduta può proporvi un controllo a distanza di una o due settimane, fino a un mese. Non è necessario mantenere sempre lo stesso orario del giorno tra una seduta e l’altra.

Cosa cambia dalla prima seduta?

Di fatto a meno di eccezioni la rivalutazione (facoltativa) durerà meno e la quasi totalità del tempo sarà dedicata al trattamento. La durata rispetto alla prima seduta potrebbe quindi essere inferiore. Non dovrete più portare gli esami precedenti, nel qual caso ce ne fossero di importanti il fisioterapista li avrà già fotocopiati e archiviati insieme alla vostra cartella. Potreste mettervi d’accordo con li terapista per evitare di spogliarvi ancora e scegliere per un abbigliamento perlomeno comodo come una tuta o dei pantaloncini con una maglietta.

Quante sedute farò?

Domanda a cui è difficile dare risposta. E’ importante ricordare che i trattamenti sono sempre sospendibili senza che ciò comporti alcun danno o problema irreversibile e senza bisogno di alcun preavviso (se non quello di buon senso per permettere al terapista di cancellare la seduta per tempo). E’ bene ricordare che il terapista farà una proposta il quale paziente potrà accettare o modificare a seconda delle sue esigenze, sebbene è sempre meglio essere d’accordo su tempi e modalità d’intervento.

Le sedute di controllo

Proprio come il medico al termine del trattamento il fisioterapista può proporvi un controllo. Esso potrebbe avere la valenza di controllare gli effetti del trattamento nel lungo periodo ma anche un’occasione per effettuare un ulteriore trattamento di mantenimento. La cadenza può variare dalla due settimane ai 2/3 mesi.

Come si svolge la seduta di fisioterapia?

Il fisioterapista vi chiederà come è lo stato dei vostri sintomi prima di farvi prepare e accomodare sul lettino o su un altro supporto. Qualsiasi tecnica utilizzata dal terapista può durare da pochi secondi (una manipolazione ad esempio) a persino 30 minuti (una postura mantenuta). Non ci sono limiti o indicazioni particolari. Si possono usare 100 manovre in una sola seduta come 2 o 3 indirizzate sullo stesso tessuto.

Come mi sentirò dopo la seduta?

Abbiamo scritto un articolo completo sul dolore dopo la fisioterapia. In sintesi se la vostra patologia non è cronica potreste già sentirvi molto meglio dopo una sola seduta. Se il problema è complesso o presente da tempo potreste avere persino un peggioramento temporaneo. Chiedete sempre spiegazioni al vostro fisioterapista.

La visita a distanza

A differenza di altre professioni (come ad esempio il dietista) è quasi impossibile poter effettuare una visita efficace a distanza. Pochissimi i casi dove non è necessario che il terapista tocchi con mano il tessuto e possa quindi decidere il trattamento da impostare da video. E’ possibile dare indicazioni di massima sulla autogestione di alcune situazioni, in ogni caso sempre con l’orizzonte di una visita da un fisioterapista o da un medico specialista.

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